Intervista a Federico Miretti

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Qual è stata l’emozione quando hai calcato i primi passi in una partita ufficiale?

L’emozione all’esordio con la prima squadra è indescrivibile.
I primi passi in una partita ufficiale sono capitati contro Arona in casa, mi ricordo che le gambe mi tremavano e il battito era a mille. Quella partita ero molto teso quanto felice, quella tensione con il passare delle partite si è poi sciolta e sono riuscito pian piano a giocare al meglio delle mie possibilità.
Una sensazione che auguro a molti altri giovani che troveranno spazio nei prossimi anni.
Veramente stupendo.

Com’è stato far parte di una squadra senior? Cos’hai potuto apprendere dai tuoi compagni di squadra?

Entrare in una squadra senior è un obbiettivo che si insegue sin dal mini-basket.
La cosa che ho trovato più incredibile è stata che pochi mesi prima vedevo le partite dalla tribuna e l’ambito della prima squadra mi sembrava lontana anni luce, pochi mesi dopo ero in campo e tutto ciò mi sembrava davvero incredibile.
Per quanto riguarda i miei compagni mi sono trovato bene fin da subito, mi hanno dato una spinta fondamentale per far si che mi ambientassi e sicuramente mi hanno anche aiutato dal punto di vista tecnico con i continui consigli.

Qual è stato il momento più emozionante della stagione?

Sarò scontato nel dire che il momento più bello è stato quando ad un paio di secondi dalla sirena di gara 5 abbiamo capito che avremmo vinto… dopo la sirena ho guardato per qualche secondo l’arbitro per capire se fosse davvero finita, dopo di che è storia.

Dalle giovanili alla prima squadra c’è una grande differenza, qual è il miglior insegnamento che hai ricevuto durante questa stagione?

Sì certamente, dall’Under 18 alla C Silver (per quanto riguarda l’anno scorso) c’è un divario abissale, sia dal punto di vista tecnico che fisico, inoltre gli allenamenti sono doppiamente più intensi e altrettanto stancanti.
Una cosa che ho imparato è che il duro lavoro paga, è un insegnamento che, sia in campo che fuori, risulta fondamentale, dare il massimo per arrivare alla partita e giocarsela al meglio delle proprie possibilità è il primo obbiettivo che ci si deve porre.

Sei stato confermato in C Gold, una categoria superiore, sarà più difficile trovare spazio in partita o la “gavetta” di quest’anno ti aiuterà ad aver più chances di giocare?

L’anno scorso sono stato molto limitato dalla serie di infortuni, che mi ha un po’ segnato la stagione.
Nonostante ciò mi è stato dato molto spazio per giocare (anche più delle mie aspettative) e sono molto felice per i minuti concessi.
Il prossimo anno si vedrà, prima di tutto spero di sfuggire dagli infortuni alla caviglia che non guasta mai, per quanto riguarda le mie chances di giocare dipende tutto dai singoli allenamenti e cosa riuscirò a dimostrare ai coaches volta per volta, io do il massimo come tutti, il minutaggio lo decideranno di conseguenza.