Intervista ad Arbjam Grezda
Qual è stato il momento più emozionante della stagione?
Il momento più emozionante della stagione è stato vedere gli spalti pieni di gente durante le fasi finali di play-off, con amici, parenti, conoscenti: uno spettacolo! È stata la carica giusta quando il fiato e le energie venivano a mancare.
Avete giocato gara 4 in trasferta in svantaggio per 1 a 2, qual è stato il segreto per ribaltare la serie e completare la “Gold Rush”?
Il segreto è stato soprattutto la difesa, Vercelli è una squadra con ottimi giocatori, che sanno giocare bene insieme. Abbiamo limitato i loro giocatori principali, sputato sangue su ogni pallone e proprio quando abbiamo giocato di squadra, quando c’è stata fiducia tra i giocatori, siamo riusciti a ribaltare la serie. Ovviamente la vittoria di gara 4 è dovuta anche a un’ottima preparazione, cambiando vari aspetti tecnici e tattici rispetto alle partite precedenti, questo merito dell’allenatore.
Cosa ti aspetti dalla prossima stagione: l’obiettivo è la salvezza o si punta ai play-off?
Non ho mai puntato solo alla salvezza. Non voglio sicuramente iniziare ora.
“Ciollo”, un veterano della squadra, non ci sarà la prossima stagione, cosa ti mancherà di più di lui in allenamento e in partita?
Ciollo è sempre stato un grande uomo spogliatoio, capace di mantenere alto lo spirito della squadra anche nei momenti di difficoltà. Durante le partite perdiamo una pedina importante, che sa fare la cosa giusta al momento giusto e, come ogni giocatore simbolo di una società, ha sempre pensato prima al bene della squadra che a se stesso, riuscendo comunque a ritagliarsi spesso momenti da protagonista.
Cosa vuoi dire al pubblico che ha sostenuto te e la squadra anche nei momenti più difficili?
Al pubblico non basta un grazie: è stato fondamentale in tutto il percorso, ma soprattutto in gara 5. Le gambe mancavano, il fiato anche e si sa bene che in questi casi si diventa poco lucidi. Grazie al pubblico, all’energia che ci ha trasmesso, siamo stati lì fino alla fine, fino all’ultimo secondo, riuscendo a guadagnarci un posto nel campionato in cui meritiamo di giocare!
Dopo due anni, torniamo in C Gold con gli stessi ragazzi che sono retrocessi, una sfida vinta e stravinta.
Nel 2009, l’anno della promozione in C1, eri in tribuna come tifoso, avresti mai immaginato di ritrovarti in campo a lottare per lo stesso obiettivo?
Sin dal minibasket il mio obiettivo è sempre stato quello di arrivare un giorno in prima squadra, guadagnarmi quel posto passo dopo passo e diventare fondamentale per questa società. La fatica per arrivare a questo livello è stata molta, ma la soddisfazione è ancora più grande!
Hai iniziato la stagione da sesto uomo, ma sei stato inserito in quintetto in gara 2 di finale, trascinando la squadra alla vittoria. Cosa ti ha fatto “mettere una marcia in più”?
È iniziato tutto quando durante il riscaldamento di gara 2 il capitano viene da me e mi dice: ‘Stai pronto, entri tu a marcare Dotti’.
Il Lupo ha ceduto il suo posto da titolare quella partita e le successive, dandomi la fiducia di cui avevo bisogno e tutto il resto si sa: la squadra ha fatto quello che doveva fare, insieme!