PCT ep. 1: L’anno del Leicester
Panther’s Clutch-Time, episode 1: L’anno del Leicester
L’annata calcistica 2015/16 in Inghilterra vede compiersi quello che è un vero e proprio miracolo sportivo. Il Leicester allenato da Claudio Ranieri guidato da Kanté, Mahrez e dai gol del Bomber di periferia Jamie Vardy conquista contro ogni pronostico la Premier League sulle note del Nessun Dorma intonato da Andrea Bocelli in uno stadio in bisibilio.
No, non avete sbagliato canale, l’intro calcistica però è perfetta per raccontare la storia della funambolica Serie D 2015-16.
Il roster di Enrico Testa e del suo vice Simone Cordasco inizia la stagione perdendo pedine importanti come Massimo Masento, Andrea Icardi e Arby Grezda, promossi a pieno merito in serie C Gold. I nuovi acquisti sono Marco Siragusa da Collegno, Edoardo Brussolo da Valenza ed Alberto Giaccardi da Fossano.
La perdita più grossa è però la dipartita del nostro Nico Sena. Savigliano si ferma e si raccoglie in un Palaferrua silenzioso come non mai per salutare il suo campioncino, fratello ed amico. Tuttavia, la scintilla nei ragazzi di Roscoe forse si accende proprio quella sera, in quell’ultimo saluto al loro amico Nicolò.
L’inizio non è dei più promettenti, l’impegno profuso dai D Boys si vede premiato solo alla terza giornata, in casa contro Mondovì: all’ultimo rimbalzo, all’ultimo tiro sulla sirena un Gabri Sales all’Arsenio Lupin regala la prima gioia all’ASC ed è anche lo sbocciare di una meravigliosa stagione del ragazzo venuto da Sanfrè.
Lo strappo decisivo viene dato a cavallo tra la fine del girone di andata e l’inizio del ritorno: 7 vittorie in fila, le sette meraviglie dei Roscoe Boys. Il coach semplicemente trasmette alla squadra i suoi “comandamenti”: aggressività, grinta, tanta difesa e soprattutto entusiasmo. Ad Asti non deve fare altro che starsene con le mani conserte ed assistere, quasi in balia degli eventi, al dominio dei suoi contro la corazzata Astigiana di Perissinotto.
Che i ragazzi capitanati da Endo, che raccoglie le redini da Max, avessero qualcosa di grande dentro lo si era visto la settimana prima in casa contro Atlavir Rivalta. Sotto di 9 punti ad un minuto dalla fine e di 6 negli ultimi 8 secondi, grazie ad Eula ed al tandem Brussolo-Siragusa impattano e vincono sull’onda dell’entusiasmo nel supplementare con un Poz Bertello in un “one of those nights”. I tifosi già se ne stavano andando, si rimettono il cappotto e si risiedono sulle seggiole: c’è ancora tanto da vedere. Eccome se ce n’è.
Un Brussolo (con dito rotto!) mattatore assieme a Sales assicura la vittoria anche a Rivalta, sponda Oasi Laura Vicuna. A Mondovì il prezioso contributo di Fede Mussetto, Ken Bosio, Alberto Mellano e “Gus” Giaccardi mette in cassaforte la sesta W.
Il filotto di vittorie chiuso contro Chieri in casa garantisce il settimo posto finale in regular season. Al primo turno di playoff, quell’ anno già semifinale per la promozione in C Silver, c’è il Ghemme, secondo nel girone B e guidato dal colosso ucraino Vintoniak, che sarà assente però in gara 1. Pare non esserci comunque storia, sulla carta. L’Asd quella però carta la straccia, vincendo e convincendo all’andata con bomba decisiva di Giannotto.
Al ritorno invece Vintoniak c’è e subito infila i Saviglianesi. Sara’ fortunatamente un fuoco di paglia. Guidati da Andrea Mussetti rientrato in corso di stagione da infortunio, un tarantolato Giacone ed un Eula MVP a furor di popolo, Savigliano doma Ghemme e con ben 27 punti di margine conquista la finale.
Ed in finale chi ci doveva essere, scherzo del destino? I cugini Gators. Il tiro mancino però glielo gioca Trino, sesta nell’altro girone, che li costringe alla “bella” di gara 3 e li batte a domicilio contro ogni pronostico.
La finale al meglio delle 5 partite sarà tra le due Underdog dei rispettivi gironi.
Questa D è però una squadra di eroi romantici. Quindi il finale, sportivo almeno, non è lieve.
Che ve lo dico a fare: la soluzione del giallo deve attendere gara 5, dopo una seconda partita epica dell’ASC che fuori casa aveva rimontato 20 punti di svantaggio vincendo poi di 10 ed una gara 3 in casa dominata, i biancorossi, che come sopramaglia indossano la t-shirt con l’effige di Nico, sprecano il match point C Silver in un Ferrua gremito come raramente si è visto. Nella bagarre di gara 5 la spunta Trino, che si infila il sigaro in bocca e taglia la retina.
Può una sconfitta così cocente cementare un gruppo di ragazzi e renderli legati per sempre? La risposta in questo caso è sì!
I ragazzi di Roscoe ancora oggi ricordano quell’annata come unica, forse irripetibile, e con essa i mille aneddoti ed emozioni condivise che li ha uniti indissolubilmente: una famiglia, davvero per sempre.
Ah già il Leicester. La massima di quell’anno la regala il fedelissimo dirigente Beppe Sales, padre di Gabry: “questo era l’anno del Leicester, sì. Ma purtroppo qui di Leicester in finale contro ce n’erano 2”.