PCT ep. 6: Le radici!
1978, Italia.
Siamo nel pieno degli anni di Piombo. Un anno importante, pieno di avvenimenti storici significativi, purtroppo per la maggior parte fatti di sangue.
Il terrorismo becero ed assassino mascherato da azione estrema politica tinge di rosso l’Italia.
L’anno del rapimento ed uccisione dell’On. Aldo Moro e della sua scorta, oltre a numerosi altri attentati e vittime innocenti.
In Sicilia la Mafia di Cosa Nostra uccide un eroe della lotta alla criminalità organizzata quale Peppino Impastato.
Anno però anche di personalità illuminate e cruciali per la storia Italiana e Mondiale: inizia il pontificato di Papa Wojtila e viene nominato presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Nello sport, il Mondiale in Argentina vive una delle sue edizioni più controverse, con il trionfo dell’Albiceleste e l’ombra pesante del regime militare vigente all’epoca.
La serie A Italiana vede tra le protagoniste le due Torinesi, Juventus e Torino, darsi battaglia per le vette della classifica assieme al Milan.
Stringiamo il campo, dunque, restiamo in Piemonte, Provincia di Cuneo. A Savigliano un gruppo di ragazzi di belle speranze si barcamena tra lavoro, studio e la passione per la palla a spicchi. Nella società che, pur lontana anni luce dalla globalizzazione odierna, amplia i canoni visivi ed informativi l’eco della serie A (Milano, Varese, Virtus Bologna) e sopratutto delle stelle americane della Nba porta questi baldi giovani a fare sul serio.
Sì, perché la pallacanestro la praticano già a livello amatoriale studentesco nella coppa allora chiamata Coras. Rappresentative di studenti delle diverse città della provincia e regione si sfidano. Ogni scusa è buona per giocare e divertirsi, specie con il bel tempo ed il playground arcaico e vissuto allora sito allo stadio Morino. Quante ginocchia sbucciate e lividi.
Nelle città limitrofe si fa strada l’idea di fondare delle vere e proprie società di Basket. E di giocare un campionato, con promozioni e retrocessioni.
Così fanno per l’appunto Saluzzo, Fossano, Bra, tra le altre.
Questa squadra Coras era allenata dal mitico e compianto Renato, Ronnie Ferrua. Figura a dir poco mitologica, scomparsa troppo presto. Amata, rispettata ed a cui tutti devono talmente tanto che nel 1998 il nuovo splendido impianto sportivo, il PalaProvincia Cuneo di Savigliano non poteva che essere dedicato ed intitolato a lui. Tant’è vero che è conosciuto come il PalaFerrua, o più semplicemente il Ferrua.
Ecco, Ronnie non è che fosse proprio una persona mansueta quando gliele si facevano girare, per dirla in francese.
Ed a questi giovanotti, che allenava in qualità di professore di educazione fisica, suoi studenti…ad un certo punto pare proprio disse, preso dalla rabbia e dal trasporto che solo un allenatore che sa voler bene può avere : ma cosa sto ancora qui a farmi rompere i *** da voi, fondatevi una società ed andate a….
Marco Testa, Aldo Comina (ex sindaco di Savigliano), Lucia Saglietti, Giuliano Pianeda, il Dr. Dominici e Pietro Trucco si guardarono negli occhi e lo presero in parola: facciamo questa cosa!!
Nome: Basket, ok. Savigliano: ok. Amiamo questo sport, siamo ad un livello amatoriale….massì: Amatori Basket Savigliano.
Ah e Ronnie c’è e ci resterà in società come allenatore e guru fino all’ultimo secondo della sua partita qui tra noi.
Insomma, il seme era stato gettato.
Campionato: Promozione, una sorta di girone provinciale con appunto Saluzzo, Alba, Fossano, Bra, Ceva.
Palestra: quella delle scuole medie Schiaparelli
Un vero e proprio museo vivente. Sì, perché è tale e quale ad allora, provare per credere.
Della serie…va bene la tradizione, però….
Il roster c’è : ecco la prima storica squadra ufficiale delle Pantere. Già, la mascotte e logo sociale è nientepopodimeno che la Pantera Rosa della nota serie cinematografica sull’ispettore Closeau.
Le radici si cementano e portano ad una storia fatta di presidenti che si susseguono:
Comina, Ariaudo, Garaventa, Filippi, Mantozzi, Marco Testa.
Palazzetti che cambiano e si rinnovano: Schiaparelli, appunto, Palagiolitti ed infine il Palaferrua. Luogo di culto della provincia e casa delle Pantere.
Il settore giovanile, il minibasket e mille storie che in più di 40 anni. Storie di vita, di sport. Quelle che abbiamo raccontato fino ad oggi, e tante altre ce ne sono e mancano, impossibile raccoglierle tutte.
Centinaia, anzi migliaia di ragazzi, ora adulti e nuovi giovani, magari loro figli se non addirittura nipoti che hanno difeso i colori biancorossi per anni o hanno provato anche solo per pochi allenamenti l’ebbrezza di vedere quella palla a spicchi sprofondare nella retina.
Di certo questo albero ha radici, rami, foglie in abbondanza. Ha dato frutti, gioie, delusioni. Divertimento, tanto, ed incazzature.
La realtà che oggi conosciamo è fatta di più società cittadine, frutto anche esse della grande passione per il basket dimostrata dai saviglianesi ed in costante crescita.
Una bella foresta, ormai, in tutti i sensi.
Piaccia o non piaccia, il dato di fatto è che senza quel primo seme gettato e coltivato, non saremmo qui. Al di là di tutte le storie e sfumature, che tutti si è passati da lì, con la casacca biancorossa. Le radici.
Da tanti anni uno dei padri fondatori delle Pantere presiede l’ABS. Uno della squadra Coras.
Se vai a fare due tiri al campetto del Ferrua, la domenica d’estate, magari sotto un sole cocente, a mezzogiorno, vedrai un tipo un po’ assorto nei propri pensieri che raccoglie qualche carta, butta via mozziconi di sigaretta a bordo campo, toglie erbacce. Quasi come fosse un rito, una passeggiata in un giardino zen. Un’abitudine quasi sacrale, un attaccamento viscerale a quel luogo, a ciò che rappresenta, all’ABS insomma.
Se ti capita, interrompilo chiedendogli : “Marco, come è iniziato tutto questo?”
La risposta sarà : “Ronnie Ferrua si era rotto le palle di noi e…”
Da lassù, Renato starà ridendo di gusto sotto i suoi baffi. Non lo poteva immaginare neanche lui, che storia sarebbe diventata.
Testo e voce: Andrea Eandi.
Video: Paolo Brero.