GoldRush Episode 4

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Riccardo Giorsino e Paolo Mondino raccontano “Eurotec Savigliano v.s. Vercelli, Gara 2”

Riccardo Giorsino:

Dopo lo schiaffo di gara 1, il lunedì successivo, alla ripresa degli allenamenti, ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che non era successo niente di irreparabile e che tutto era ancora possibile.

Eravamo carichi e consapevoli del fatto che lavorando bene in settimana, giocando come potevamo fare, avremmo potuto ribaltare il risultato di gara 1. Sapevamo infatti che sarebbe stato sufficiente non incappare più in una serata così storta al tiro per portare a casa con successo gara 2.

Per noi era di fondamentale importanza affrontare le due partite in trasferta con la serie almeno in parità, per poi provare a strappare una vittoria a Vercelli e chiudere i conti a casa nostra.

Per nostra fortuna, e sicuramente anche un po’ per bravura e consapevolezza dei nostri mezzi, le cose sono andate secondo i piani e con un’ottima prova corale siamo riusciti a vincere bene – come previsto – la seconda delle due gare. La vittoria ci ha reso ancora più determinati, contribuendo anche a rafforzare ulteriormente la nostra autostima.

E così, consapevoli dell’importanza di questa vittoria, siamo andati ad affrontare le due trasferte a Vercelli… con non poche sorprese delle quali, però, leggerete nei prossimi articoli.

Paolo Mondino:

Gara senza domani. ‘Win or go home’. Così si chiama in gergo sportivo una partita fondamentale ai fini del risultato. Da un lato la determinazione che spinge a dare il meglio di sé, dall’altra la paura di poter fallire, il timore di lasciarsi scappare il premio a un centimetro dal traguardo. È questa la sensazione che trapela tra i nostri volti negli spogliatoi prima di gara 2. Perché anche se siamo solamente all’inizio della serie quella partita è già tremendamente decisiva. Trovarsi sotto di due gare prima di partire per Vercelli vorrebbe dire alzare bandiera bianca e abbandonare le nostre speranze di promozione.

Sappiamo di essere più forti di loro, ma la pressione è tutta dalla nostra parte e, come spesso succede, si trasmette sul campo. La tensione pungente del primo tempo si traduce in una partita a scacchi in cui l’equilibrio regna sovrano e non riusciamo per nessun motivo a dare il graffio giusto e decisivo alla partita.

Ma ci sono quei momenti nello sport in cui basta uno sguardo e poche parole per rivoltare la situazione. Ed è proprio ciò che succede durante l’intervallo, dopo che la solita strigliata di Fiori e il discorso motivazionale di capitan Lupo ci fanno capire quanto siamo fortunati a giocare una finale promozione, rappresentando una società come la nostra.

Per un attimo la memoria torna a quella squadra magnifica della promozione in C1 nell’ormai lontano 2009, entrata di diritto nella storia di Savigliano. Molti di noi, all’epoca solo bambini, erano affascinati da quella squadra e dall’ambiente che ha caratterizzato quelle finali contro Domodossola e a distanza di 10 anni giusti, vogliamo ripeterci. Vogliamo vincere per tutti noi. Per quella squadra. Per il Pres. Per i nostri tifosi. Vogliamo entrare nella storia dell’Amatori.

E pian piano la pressione svanisce, lasciando spazio al puro divertimento e alla determinazione di essere dove meritatamente eravamo. Ed è così che tutto diventa più semplice. Gli schemi provati e riprovati in allenamento funzionano perfettamente, i meccanismi e le rotazioni difensive tornano fluide e si stringono in una morsa che non lascia scampo agli avversari. Tutto diventa sincronizzato, ci sproniamo l’uno con l’altro e in breve tempo ci troviamo sul +15 e la partita in pugno, riuscendo a gestire fino alla fine del match.

Ora siamo tornati in parità nella serie e abbiamo ristabilito la legge del più forte. Ora possiamo tornare a giocare come sappiamo. Ora siamo a un passo dalla storia.

UN GIORNO ALL’IMPROVVISO