PCT ep. 2: C1 Siamo
Maggio 2008. Savigliano esce sconfitta da una combattuta serie di semifinale playoff di Serie C2 contro la giovane Biella, che ha avuto la meglio in gara 5. Mica gente qualsiasi quei baldi giovani guidati dallo storico coach Danna: Raspino, Rotondo, Murta, Taffettani (futuro acquisto Saviglianese) solo per citarne alcuni. Nomi che agli addetti ai lavori di certo non suoneranno nuovi.
Ebbene, nonostante ciò nelle facce saviglianesi si legge grande delusione.
Sì, perché ormai da qualche anno sotto la Torre Civica di piazza Santarosa non si fa più mistero di puntare al grande salto verso le serie C1.
Savigliano a certe alture non ci è mai stata nella sua storia ed il progetto ambizioso tessuto con il main sponsor Cogein allestisce di anno in anno un roster sempre più vicino a tagliare il traguardo. Manca sempre qualcosa, quell’ultimo guizzo per riuscirci. Il pullman si allontana da Biella verso casa in un alone di rammarico. È anche l’ultima partita allenata dal sapiente e navigato coach braidese Dario Giandrone.
Agosto 2008, Palaferrua di Savigliano. La Cogein si ritrova lasciandosi alle spalle la stagione passata, rifocalizzata sul bersaglio grosso. Come se tutti sapessero che non si può sbagliare a sto giro.
Un ragazzone che si è fatto conoscere molto nella regione cestistica ed anche oltre confini si aggira per il palazzetto. Un tipo pacato, a modo, quasi timido. E pensare che il suo soprannome è “Il Bandito”. Massimiliano Marcello quando si allaccia le scarpe da basket si trasforma ed incanta la platea che manco Roberto Bolle alla prima della Scala: sentenza piedi per terra da tre, da due non parliamone, piede perno, step back, movimenti spalle a canestro. Un manuale di fondamentali vivente. Merce davvero rara, forse unica da queste parti.
Magliette sudate ed acido lattico a mille nelle gambe delle pantere in quei giorni. Sulla panchina siede un signore che ragazzone non è ma mai come in questo caso l’abito non fa il monaco. Perché in realtà è un gigante: Marco Spanu è il direttore di orchestra di una banda sensazionale, il cui unico nemico potrebbe forse essere proprio se stessa. I suoi assistenti sono Simone Cordasco e Teo Gandolfo.
La squadra è completa in ogni reparto. In cabina di regia un giovane Marco Faccia, ormai già veterano con diversi anni da senior alle spalle.
Le guardie sono i “gemelli del Gol”, Marco Nasari e Giacomo “Mino” Arnolfo: cecchino infallibile il primo, atleta pazzesco il secondo. Comune denominatore: il talento.
Andrea Frandino completa il reparto. Chiamato in causa sistema i piedi, si alza con il suo tiro in sospensione fuori dall’arco e si torna in difesa con un bel +3 a favore sul tabellone.
Ali e lunghi: il “gran capitan” Andrea Beccaria, anima cuore e storia. Giocatore completo e solidissimo. Una garanzia.
Emiliano Francione…beh, davvero servono presentazioni? Acerrimo nemico saluzzese, al cambio di maglia eroe biancorosso, trascinatore e lungo con mano educata che non se ne vedono davvero più così.
Agli avversari non doveva passare per la testa di inoltrarsi dentro l’area. Ogni loro tentativo sarebbe stato restituito al mittente da Morris Katende, un mostro sacro difensivo, violentatore di ferri con le sue schiacciate e stoppate che… MUTOMBO chi??
I giovani sono anch’essi di assoluto livello oltre che futuri senior e certezze che perdurano ancora oggi: Andrea Mussetti, Simone Bertello, Enrico Giacone, Riccardo Giorsino e l’attuale capitano Andrea detto “il Lupo” Testa. E ci credo, con dei maestri così….
Parte la stagione e Savigliano fondamentalmente “rulla” tutti gli avversari. Paradossalmente alla seconda giornata arriva già la sconfitta, di quelle che fanno male. Derby contro il Saluzzo. Crolla quindi il castello di certezze? Nossignore, il gruppo si compatta da grande squadra e da lì in poi la regular season sarà in pratica una formalità.
All’epifania 2009 il primo trofeo: Coppa Piemonte vinta in casa, non senza qualche patema in Finale contro Crocetta Torino. Quando ci sono le difficoltà però, basta pescare dal mazzo di carte chi te le risolve. Spesso capita al Bandito. E così è. Il Lupo dalla panchina esclama: “finisce che ci fa vincere pure questa”. Ed infatti la Coppa finisce in bacheca.
Primi in classifica senza discussioni. La squadra si armonizza ulteriormente ed ai playoff, tutti al meglio delle cinque partite, Chivasso viene superata senza indugi al primo turno.
3-0 anche contro Trecate, nonostante una gara 2 guadagnata solo dopo un supplementare. Questa squadra pare comunque avere una confidenza in sé totale. Dopo un parziale calo, benché non nel risultato, arriva sempre una dimostrazione di forza nella gara successiva. Dove “steccano” i lunghi, ci pensano gli esterni a castigare da lontano. Se questi ultimi hanno le polveri bagnate per una sera, i “big man” si fanno largo e portano a casa punti pesanti nel pitturato.
La storia con Trecate sembra ripetersi contro la finalista Domodossola. Vittoria sofferta in gara 2 e primo match-ball per l’appuntamento con la storia in casa. Credo che quella sera il Presidente Marco Testa abbia seriamente rischiato l’infarto. Per fortuna i suoi giocatori hanno suonato la nona di Beethoven con una vittoria netta. Sirena finale, C1 siamo! Il Palaferrua pareva la Bombonera di Buenos Aires, gente appollaiata in ogni angolo, tutto completamente stipato. Gli occhi di tutta la regione puntati addosso. La Cogein ce l’ha fatta! La promozione in Serie C è realtà!
Marco Spanu, al primo anno in panchina, ha non solo allenato una squadra vincente, ma aperto un vero e proprio ciclo. Assieme al suo staff ha plasmato qualcosa di forte anche fuori dal campo, vedasi appuntamento fisso al pub per birra il mercoledì post allenamento, che è poi uno dei segreti per unire i ragazzi, il semplice divertirsi e stare bene insieme in ogni ambito. Il lavoro del coach non finisce quindi quella pazza sera d’estate: basteranno pochi innesti qualitativi di anno in anno e questi ragazzi confermeranno di poter competere nei playoff di C1. La tavola Spanu l’aveva però apparecchiata già in C2, tenendo sempre tutti costantemente sulla corda.
A proposito di confidenza nei propri mezzi, intervenne “il maestro” Mino Arnolfo. Nel discorso prepartita di una gara nel girone di ritorno, stravinta all’andata, Spanu comunica ai ragazzi di stare attenti, non fidarsi etc.
Lo interruppe Mino: “Coach, lo sappiamo ma questa volta non ci freghi. Questi son davvero scarsi, ora andiamo in campo e li massacriamo”
E chi li fermava, a questi qua?